Il cinema nell'epoca del muto si presentava, in un certo senso, già "sonorizzato", in quanto durante le proiezioni si aveva spesso un accompagnamento musicale e, a volte, una voce "off" era incaricata di narrare le vicende che si susseguivano sullo schermo. La nascita ufficiale del cinema sonoro però, con il film "The Jazz singer" (Il cantante di jazz) con Al Jolshon, produzione Warner Bros del 1927 comportò una vera e propria rivoluzione non solo nell'estetica del film, ma prima di tutto nelle tecniche produttive e negli assetti economici dell'industria cinematografica.
E’ comprensibile che quei cineasti che avevano fatto dell'assenza della parola e del suono il principio strutturale dell'espressione filmica, abbiano opposto resistenze a tale innovazione: tale fu il caso di Chaplin che non si adattò alla nuova tecnica, ma cercò di adattarla alle sue esigenze, tra mille dubbi e incertezze. Luci della città (1931) non è un film "parlato" come gli altri che si girano a Hollywood lo stesso anno. Pur non rifiutando la musica e le possibilità narrative del suono, il film è ancora strutturato secondo i canoni espressivi dell’arte muta.
Tuttavia, questo e altri dubbi e resistenze, motivati anche dai risultati tutt'altro che esaltanti dei primi film sonori, non impedirono al ciclo industriale di questa fondamentale innovazione di fare il suo corso e di modificare radicalmente il linguaggio cinematografico e la sua estetica. Il cinema è prima di tutto un'industria: questa amplificazione delle possibilità riproduttive del cinema, come le altre innovazioni tecnologiche a venire, fu cercata, attuata e imposta secondo una logica puramente economica.
Una delle spinte decisive alla ricerca di metodi di sincronizzazione di immagine e suono e al rapido passaggio alla realizzazione di film "sonori e parlati" fu sicuramente la concorrenza della radio. Per la comprensione della genesi del cinema sonoro e del suo sviluppo comunicativo ed espressivo, è essenziale tenere presente questo rapporto di iniziale concorrenza con la radio. Le parentele tra radio e cinema sonoro sono molto strette: la tecnologia messa a punto per lo sviluppo della radio trovò parallela applicazione nella soluzione di alcuni problemi del cinema sonoro; furono le industrie del settore telefonico e radiofonico a mettere a punto i sistemi di riproduzione e amplificazione del suono che resero poi possibile la rivoluzione del cinema sonoro. La parentela risulta ancor più stretta quando osserviamo che lo sviluppo del sonoro si avvantaggiò e fu fortemente condizionato dagli effetti prodotti dal fatto che ascoltare la radio aveva creato un'abitudine alla voce riprodotta.
L'apparecchiatura che lanciò il sonoro nel cinema fu il Movietone.
Con questo era possibile registrare il sonoro direttamente sulla pellicola nella parte a fianco il fotogramma, sottoforma di variazione di luce, che durante la proiezione veniva riconvertita in segnale elettrico, quindi, poi in segnale sonoro. Con questo sistema finalmente si aveva la perfetta sincronizzazione tra le immagini e il sonoro.
Nel buio della sala cinematografica, la suggestione dell'immagine trovò nella parola e nel suono una sorta di rifondazione, strumenti di amplificazione e potenziamento.
Ancora una volta però, come era già capitato nel cinema delle origini, le possibilità di impiego in generi realistici dell'innovazione tecnica vengono sfruttate parallelamente a quelle, simmetriche e complementari, di potenziamento del carattere fantastico e immaginario del cinema.
Oltre alla commedia che si avvantaggia della possibilità del dialogo e al melodramma che acquista un maggior realismo nella rappresentazione dei conflitti, al suono è strettamente legato lo sviluppo di un nuovo genere che tanta parte avrà nell'estetica e nell'ideologia del cinema americano classico, il musical. Ogni forma di stilizzazione della gestualità dell'attore, dello spazio e di componenti propriamente filmiche come i movimenti di macchina, è resa possibile dal fatto che la musica e il canto diventano fattori di unificazione e strutturazione organica di tutti gli altri elementi.
Al sonoro sono dovute anche le crescenti fortune del disegno animato. Con Steamboat Willie (1928), primo cartone animato sonoro, e con The Skeleton Dance (1929), la prima delle celebri Silly Symphonies, Walt Disney inaugura una nuova era del cinema d'animazione in cui la musica e i suoni diventano componenti essenziali per accompagnare le immagini.
Il sonoro, inoltre, in quanto ha reso più compiuti gli effetti realistici del racconto cinematografico, viene considerato da molti autori uno dei fattori essenziali dello sviluppo del genere fantastico e fantascientifico. Prima del sonoro erano già stati creati dei prodotti di questo genere, ma solo dopo il suo avvento questi generi conoscono una affermazione rilevante, confermando lo stretto legame che esiste tra fantastico cinematografico e innovazione tecnologica.
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